
Debiti Karmici e Patti di Decima
L’origine del nome con il quale sono conosciuti i “Patti di Decima” arriva dal passato, quando presso le popolazioni di tutte le etnie e culture religiose era uso comune ringraziare le divinità attraverso offerte devozionali.
Con l’introduzione delle tasse e a causa delle condizioni di povertà, poiché classi sociali differenti manifestavano differenti disponibilità, le offerte devozionali iniziarono a ridursi.
Chi non riusciva a sostenere i costi delle spese andava a contrattualizzare dei veri e propri finanziamenti, come ad esempio tra il maestro d’arte e l’allievo che non potendo pagare la propria formazione, prometteva di saldare il debito poco alla volta tramite un decimo dei propri beni calcolati sul raccolto o su altre fonti di guadagno, ed ugualmente così come chi aveva da investire in altra attività prometteva al proprio finanziatore un decimo dei guadagni futuri.
Ad amplificare il Debito, le offerte destinate in maniera autonoma alle divinità iniziarono ad essere riscosse dai Sacerdoti e altre figure religiose che ne pretendevano il pagamento.
Attraverso questi due passaggi, l’offerta destinata alla Divinità venne gradualmente messa da parte e sostituita sia dalle tasse, comprese quelle a sfondo religioso in quanto così effettivamente impostate, e dai vari debiti contratti in chi le doveva pagare.
Il rapporto creato tra creditore e debitore, genera un doppio karma: uno in relazione al tipo di debito/credito, e uno verso la persona con la quale lo si è contratto.
A livello Karmico, colui che entra nel ruolo di debitore si trova quindi nella condizione di dover pagare infinite volte in infinite vite un debito contratto in passato. Debito che in origine sarebbe dovuto essere destinato alle offerte devozionali. Per quanti soldi possano entrare al lavoratore, questi non bastano mai perché in un modo o nell’altro le spese sono sempre superiori allo stipendio guadagnato.
Dall’altra parte, il creditore che accettava la decima si sostituiva energeticamente alla Divinità: appropriandosi della parte ad esso destinata, si ritrova quindi a dover dare più di quanto debba ricevere. Si pensi ad un commerciante che per quanto produca, si ritrova ad incassare sempre meno rispetto a quanto gli spetterebbe: ritardi nei pagamenti, debitori che scompaiono nel nulla o valute che crollano improvvisamente.
A causa di patti, voti e accordi, pur non esistendo più il contratto materiale con la persona fisica permane quello Animico ed energetico il quale porta a sentirsi permanentemente in debito o credito. Questo provoca di conseguenza degli scompensi non solo a livello economico strettamente inteso, ma anche di tipo emotivo mentale legate al dare e avere.
Anche se in maniera inconsapevole, entrambe le figure stipulano infatti un contratto e accordo il quale si radica come informazione nel proprio DNA energetico, il quale determina l’intera costituzione dei nostri campi, compresi il fisico, il mentale e l’emozione.
Ogni informazione assimilata nell’arco dell’incarnazione viene registrata nel corpo eterico. Nel momento del trapasso, prima di dissolversi la trasmette al corpo causale. Questo permane nel campo astrale in forma sottile, e a sua volta trasmette ogni informazione in esso contenuta all’eterico della nuova incarnazione.
Nelle successive incarnazioni, non avendo consapevolezza di tali accordi così come delle altre informazioni karmiche, e non essendo dunque in condizione di porre rimedio, queste informazioni continueranno ad essere trasmesse innumerevoli volte.
I segnali più comuni che indicano l’eventualità di patti di decima e debiti karmici si manifestano tramite il senso di dipendenza o rifiuto del debito/credito: quando si è predisposti a donare tanto al prossimo senza alcun ritorno; quando si è predisposti a prendere quanto più possibile dal prossimo; quando si prova senso di colpa o riluttanza nell’accettare doni e aiuti. Nonostante l’indole porti ad agire in un determinato modo nulla viene fatto con armonia interiore.
Quale che sia la relazione verso il denaro, si percepirà sempre un profondo senso di disagio.
Capita in tanti casi che debitore e creditore si incontrino nelle incarnazioni successive mantenendo a volte lo stesso ruolo e altre a parti invertite, in base a differenti fattori karmici.
Chi accetta di pagare diventa debitore per sempre, e sempre si sentirà in debito.
Karmicamente, nessun progetto andrà a buon fine, o si avranno sempre più spese rispetto a quanto guadagnato.
Chi accetta di incassare diventa creditore per sempre, e sempre si sentirà in credito.
Avviene inoltre che il debitore senta l’impulso di sottrarre beni materiali o denaro al creditore, anche con azioni illegali, per riscattare ciò che da questi gli è stato tolto in passato, o di ritrovarsi ancora in debito nei suoi confronti attraverso i più svariati modi.
Il creditore può a sua volta continuare a voler donare mantenimenti o aiuti di ogni sorta al debitore della vita passata nella speranza di un ritorno che mai avviene o avviene in tempi lunghi, dando forza all’informazione energetica del debito permanente, spesso facendolo pesare al debitore a livello emotivo.
Come ad esempio una madre che rinfaccia al figlio tutto ciò che gli ha donato dal momento della sua nascita.
A livello di Karma, quello del creditore risulta forse più pesante in quanto chi accetta di ricevere la Decima si mette al posto di Dio. Nel ruolo che andrà ad interpretare nella vita successiva si può trattare anche di una guida, un insegnante, un dirigente con responsabilità verso allievi e sottoposti, costretto magari a privarsi del proprio stipendio per saldare quello dei dipendenti.
In entrambi i ruoli viene comunque data forza all’informazione energetica che riguarda lo stato di povertà, sia a causa di chi lo provoca che di chi lo accetta.
Entrambi cooperano infatti ad assecondare la privazione come informazione energetica, personale e collettiva.
In collettività, si pensi ad un governante che per resa in battaglia consegna il proprio popolo ad un tiranno il quale pone il popolo stesso in perenne stato di schiavitù.
Nella sfera dei patti di decima si aggiungono anche Grazie chieste tramite patti, voti, contratti e accordi, giuramenti fatti con persone fisiche ed entità di varia natura per i più svariati motivi, legami con luoghi, persone e situazioni, iniziazioni, battesimi e doni animici ricevuti da entità malevole o eseguiti contro la propria volontà, blocchi e maledizioni, larve astrali e impianti esoterici presenti nel proprio campo energetico con limitazione della massima espressione del Sé.
La maggior parte di voti ed accordi sullo stato di povertà inteso come privazione nascono da richieste al divino per sciogliere un problema, con durata a vita o fino alla risoluzione del problema, da coloro che seguendo un percorso spirituale abbandonano le proprie vesti, beni, ricchezze e comodità dedicandosi totalmente a Dio. I voti di castità determinano ad esempio la difficoltà nel trovare un partner o di avere accanto una persona fedele. In altri casi subentra il sacrificio della propria Anima o di quella di altri membri della famiglia o di intere generazioni.
Oltre ad avere un impatto sull’economia, questo tipo di accordi influenzano quindi altre aree della vita.
Si comprende quindi quale potrebbe essere l’entità dell’impatto dei Patti di Decima e dei Debiti Karmici nella vita attuale.
Per andare a dissolvere questo sistema di credenze informatizzate all’interno del nostro campo Animico, in Akasha viene messo a punto un percorso per andare ad agire in maniera mirata e concreta sullo scioglimento dei Patti di Decima al fine di ripristinare l’Ordine ed estinguere i propri Debiti Karmici.
© Claudia Mameli Operatrice Olistica e Formatrice di Professione
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